AA. VV. - Bad Prisma

Mondadori Epix n.5 – ISSN 2035 7702

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  1. J.C. Copertino
     
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    CITAZIONE (Russell Kane @ 22/8/2009, 14:32)
    Una puntualizzazione sul mio racconto e sulla paura. Quello che ho scritto non voleva essere un racconto "de paura". Nelle mie intenzioni era una storia d'amore, certo sui generis.

    Non capisco tutto l'apparato di critiche "non fa paura come nelle intenzioni degli autori". Io personalmente non volevo spaventare nessuno :)

    riprendo questo tuo messaggio sulla paura perchè sono stato anche io due post prima a parlare di questo in riferimento al tuo racconto e anche perchè è interessante esplorare questa tematica dal momento che ho visto sia qui sul forum che altrove opinioni diverse.

    Credo che in primo luogo sia importante puntualizzare cosa si intende per "paura". Dice giustamente AgenteD che si tratta di un sentimento molto intimo. Sono daccordo cosi come credo anche che sia molto personale l'interpretazione che si da al termine stesso di paura. Io che nella mia vita credo di averla avuta in numerose significative circostanze, volevo spendere due parole sull'argomento.

    Quello che nella lingua italiana si intende per paura, è una emozione abbastanza forte che si percepisce istintivamente in risposta alla percezione di un pericolo. Ora ad alcuni piace pensare che la paura sia solo l'estremo presagio di morte, mentre per alcuni si può già parlare di paura al primo campanello d'allarme di pericolo.
    Una persona adulta può provare quello che diffusamente chiamiamo paura in risposta a situazioni reali che lo coinvolgono come può essere la presenza di un animale feroce, il coinvolgimento in un evento improvviso che ci catapulti in un improvvisa situazione di pericolo (una rapina magari) o la percezione concreta basata sull'osservazione dei fatti che può succederci qualcosa di brutto (tipo stare su un aereo e vedere un motore che si spegne). La paura può essere anche irrazionale e istintiva, tipo il terrore per la presenza di un rettile magari innocuo o di un topo anche se spesso può essere confusa con altri tipi di emozioni tipo il senso di ribrezzo.

    Ora a meno di essere sorprendentemente impressionabile, tipo leggere dell'uomo nero e pensare seriamente che l'uomo nero ora viene a prendere anche te nel tuo mondo per davvero, la paura secondo questa definizione non può essere mai percepita leggendo della fiction semplicemente perchè "Si sa che è finto" quello che si sta leggendo. Quello che si può provare leggendo un libro è piuttosto un senso di inquietudine basato sul coinvolgimento e l'immedesimazione nei confronti dei protagonisti della storia, allo stesso modo di come si può provare frustrazione per le vicissitudini di un protagonista in un thriller o un senso di leggerezza magari in un romanzo rosa.

    E' quindi ovvio che a leggere il racconto di Russell o Bad prisma non faccia paura in senso stretto, cosi come non può mai far paura della fiction.

    E' però vero che Bad Prisma, almeno nel mio caso, vince nel trasmettere in tutti i suoi racconti degli stati d'animo e lo fa in maniera magistrale costringendoti a ripensare a quello che hai letto con inquietudine anche dopo che lo hai letto portando quindi quella finzione all'interno della tua realtà (una cosa che ammetto ho provato anche con Graham in il vangelo secondo satana che però nella parte strettamente gialla è abbastanza scarso e ripetitivo forse al punto di rovinare il libro.). Riesce quindi a mio giudizio a coinvolgerti trasferendo anche il tuo cervello in un limbo fantastico dove accadono delle cose che probabilmente sono frutto della fantasia degli autori ma si intersecano in modo talmente perfetto da farti rizzare i peli del corpo perchè nel tuo corpo è circolata inspiegabilmente una certa dose di adrenalina. Più o meno quello che riescono a fare anche altieri o evangelisti in alcuni dei suoi libri o in altri generi quello che ad esempio fa il prof con Chance, che mi ha coinvolto talmente tanto nelle sue avventure che se ripenso a lui mi sembra quasi essere uno dei miei vecchi commilitoni.

    Alle volte è anche vero che bene o male l'importante è che se ne parli... e Bad prisma credo che non sia davvero destinato a finire nel dimenticatoio.







     
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    Noir c’est noir, il n’y a plus d’histoire

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    Aldilà dei criticoni di mestiere e dei loro aridi giudizi...
    A me alcune storie di Bad Prisma hanno inquietato... fatto scrutare nell'ombra se per caso c'era qualcosa che si muoveva... altre mi hanno "intrattenuto" piacevolmente (mente malata, vero?).
    Nel complesso, a mio parere, è un progetto riuscitissimo. I miei complimenti!
     
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  3. il professionista
     
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    grazie a parte di tutta la banda, di certo un lavoro.. sentito
     
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  4. Grayghost01
     
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    bello e inquietante. Quanto ai giudizi negativi su Zona Zero, beh "...poichè non sanno quello che fanno". Ai giudizi negativi sul racconto di Stefano non è nemmeno il caso di replicare. Quel racconto è un piccolo gioiello, l'equilibrio di brutalità ed eleganza che solo nei racconti della tradizione nipponica si riesce a trovare. In conclusione, critichino pure, Melissa sa dove abitano....(segue risata satanica prolungata)
     
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  5. $haman
     
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    Salve a tutti, ho trovato il link a questo sito tra i referral del mio blog e sono venuto a vedere che si diceva. Proprio grazie al rimando ho rivisto la recensione di Bad Prisma e mi sono accorto di aver sbagliato un riferimento e ci tenevo a correggermi: il racconto dove compare il trono d'ossa e rifiuti è La decima arcata, di Gian Maria Panizza e non nel racconto di Stefano Di Marino. Entrambi comunque fanno parte del gruppo di autori che mi è piaciuto di più, nella raccolta, in quanto spiccano per tematiche dal resto del nucleo centrale di Bad Prisma.
    Il resto delle mie impressioni è nella recensione già segnalata.
     
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  6. il professionista
     
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    cioa e grazie delle precisazioni
     
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  7. theswordman
     
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    Benvenuto a Matteo Poropat, personaggio dalla vis scrittoria interessante. Due cose:
    1) ci fai un bel post di presentazione, credo ne valga la pena;
    2) special forces? Stavi meglio nell'Eclisse! :darthvader.gif:
     
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  8. McNab.02
     
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    Segnalo anche la mia recensione: http://mcnab75.livejournal.com/224446.html

    Certo che mi prenderò qualche sentito "vaffa" ( ^_^ ), tengo a precisare che anche i racconti che ho segnalato come "flop" per me vanno comunque oltre alla sufficienza scolastica (ovvero un voto di 6 su 10).
    Aggiungendo un commento, posso solo augurarmi di leggere altre antologie di questo livello, del tutto alieno alla media solita, piuttosto bassa. So che è una cosa antipatica da dire, ma per me è così.
    Vale la pena lavorare a un'antologia solo se ci sono i presupposti, le forze e la coordinazione che ha dato alla luce Bad Prisma. Sennò meglio lasciar perdere...
     
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  9. il professionista
     
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    interessante la tua recensione ,Alex, soprattutto anche le critiche sono motivate ed espresse con educazione, cosa rara. Del resto il lettore che paga ha anche il diritto di manifestare, anche se in modo pacato, i propri dubbi.

    sulle antologie in generale forse hai ragione. per chi vi scrive , nel mio caso almeno, resta il piacere di aver partecipato a un lavoro con amici e colleghi. per chi le cura sono gioie e dolori. Personalmente la mia esperienza nel campo si limita a 'il mio vizio è una stanza chiusa' che leggerete a novembre nel Supergiallo che aveva, in accordo con Sergio, un tema specifico e un numero di autori limitato. la maggior parte ha capito cosa volevo e ha svolto il suo compito con entusiasmo e professionalità.
    il probblema dell'autore che partecipa all'antologia e ti da il primo racconto che non ha piazzato e ha lì a marcire e poi si disinteressa di tutto purtroppo è comune a tutte le antologie...

    su bad prisma e il suo genere vorrei specificare una cosa che discutevamo con Sergio poco tempo fa. Non si tratta di horror ma di sovrannaturale, definizione scivolosa che in qualche modo tira in ballo il brivido e la paura ma non solo. si parla di ognito di extrasensoriale. Ho l'impressione che gli autori italiani siano più portati a questo genere di racconto che all'horror puro. ma è, come sempre, un 'impressione personale.
     
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    NOOO!!!
    Hai ceduto al fascino della stanza chiusa!! image image
     
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  11. McNab.02
     
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    @Stefano: quando devo fare qualche puntualizzazione riguardo al lavoro di uno scrittore che apprezzo e che magari conosco sono sempre in grandissimo imbarazzo, credimi... eppure ho la folle illusione che dei commenti molto mirati possano aiutare voi tutti a migliorare ancora di più, oltre alla vostra già conclamata bravura... In questa rece ho fatto un paio di appunti ai racconti di Sergio e Nerozzi, ma spero vivamente di non aver offeso nessuno...
    Detto questo, interessante la tua puntualizzazione tra horror e soprannaturale. Se hai voglia, spiegheresti meglio? Dal canto mio sono senz'altro più portato proprio all'horror con tanto di elemento "fantastico", più che agli slasher...
     
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  12. il professionista
     
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    CITAZIONE (Hotchili @ 27/8/2009, 22:08)
    NOOO!!!
    Hai ceduto al fascino della stanza chiusa!! image image

    come dicevo già in altra occasione, non c'entra con i delitti della camera chiusa. Il miovizio è una stanza chiusa si riferisce a un thriller sexy argentiano degli anni 70 che è un modello di tutt'altro genere. in realtà è un'antologia di racconti thriller argentiani con sesso e sangue.
    il riferimento alla stanza chiusa è al cinema, alla camera dove ci si chiude a coltivare il vizio del cinema come fonte di ispirazione. vi assicuro chei racconti fanno davvero paura...non so se piaceranno ai nostri amici della camera chiusa.... image image image image
     
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    Nessuno è mai fuggito da un cimitero-Non c'è discesa dal golgota

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    Ma a noi piaceranno eccome,e per i nostri "amici" della camera chiusa,ecco quello che direbbe il grande Bud:
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  14. il professionista
     
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    CITAZIONE (McNab.02 @ 28/8/2009, 14:33)
    @Stefano: quando devo fare qualche puntualizzazione riguardo al lavoro di uno scrittore che apprezzo e che magari conosco sono sempre in grandissimo imbarazzo, credimi... eppure ho la folle illusione che dei commenti molto mirati possano aiutare voi tutti a migliorare ancora di più, oltre alla vostra già conclamata bravura... In questa rece ho fatto un paio di appunti ai racconti di Sergio e Nerozzi, ma spero vivamente di non aver offeso nessuno...
    Detto questo, interessante la tua puntualizzazione tra horror e soprannaturale. Se hai voglia, spiegheresti meglio? Dal canto mio sono senz'altro più portato proprio all'horror con tanto di elemento "fantastico", più che agli slasher...

    dunque qui si apre un discorso interessante e non facile. io stesso ho qualche perplessità perchè nel genere sovrannaturale ci sta un po' tutto dalla Sf, all'Horror, al fantasy a quel filone trasversale natop un poco con il vechcio scenggiato ESP ma anche con X files, con Lost e Millennium. Quello che da alcuni è definito American Gothic e che, potrebbe anche essere italian Gotich.
    Direi una sorta di twilight zone dove la realtà prende improvvise sterzate verso il fantastico pur mantendo sempre un legame con il mondo che conosciamo. per me sono quei racconti che in un contesto realistico inseriscono elmenti inspiegabiliche però non trasformano completamente la percezione del lettore del mondo che circonda la vicenda.
    mi piacerebbe sentireil vostro parere.
     
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  15. theswordman
     
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    Dissento con la definizione "gotica", il fantastico lo vedo più come uno sguardo dietro le quinte della relatà, un richiamo per l'uomo a non pensare di aver capito tutto di questo universo.

    Questo può avvenire anche al di fuori di percezioni / avvenimenti oscuri et similia, ricordiamoci di autori fuori dal coro come Frederic Brown.
     
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86 replies since 10/8/2009, 11:14   2162 views
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