M-Rivista del Mistero - Nero West - Alacràn Edizioni

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  1. Russell Kane
     
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    Nero West


    La parola ad Andrea Carlo Cappi


    Joe R. Lansdale e Franco Nero!

    Cos'hanno in comune?
    Il West!


    Lansdale è il più grande autore di western "di contaminazione".
    Nero è l'icona italiana del western.
    Sono tra gli ospiti di "M-Rivista del Mistero" nuova serie numero 6, NERO WEST, in uscita in marzo in libreria e su www.ibs.it, con una doppia antologia (western USA e western italiano) ai confini del mystery, del thriller e dell'orrore. Potete ora vederne in anteprima la copertina, con Franco Nero in una scena del film "L'ultimo pistolero" di Alessandro Dominici.
    Lansdale ci propone il suo romanzo breve inedito DEADMAN'S ROAD in cui un predicatore, un vicesceriffo e un fuorilegge affrontano l'orribile minaccia che li attende lungo una strada maledetta.
    Franco Nero racconta la sua carriera nel... West made in Italy (e non solo) e, insieme al regista, i retroscena del cortometraggio "L'ultimo pistolero".
    E ancora: i fantasmi western di Ambrose Bierce, la prima avventura del leggendario pistolero Hopalong Cassidy di Clarence Mulford (l'eroe preferito del Grande Gatsby!), storie di delitti e giustizie sommarie di J. Cameron Smith e Max Brand, un classico del fumetto western di R. Morton con la cowgirl Lariat Lucy, e ancora - tra pistoleri e fantasmi, banditi e zombi, giustizieri e windigo - le storie western assolutamente inedite di Stefano Di Marino, Sergio Rilletti, Alessio Lazzati, Nicola Corticelli e Francesco Cortonesi.
    E la segnalazione di un nuovissimo film western-horror italiano: "Inferno Bianco"!
    Un numero senza precedenti, costato anni di ricerche e di lavorazione, che siamo veramente orgogliosi di presentare ai nostri lettori.
    Prenotatelo subito alla vostra libreria di fiducia!
    Oppure abbonatevi online all'indirizzo
    http://www.alacranedizioni.it/pages/M/abbonamento.html
    Non perdetevi NERO WEST!

    Edited by Russell Kane - 21/2/2008, 16:29
     
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    Nessuno è mai fuggito da un cimitero-Non c'è discesa dal golgota

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    Eclisse
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    Ho appena letto Zombie party,veramente bello,sopratutto il racconto di MisterNoir e il fumetto con MisterK e fugusushi
     
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  3. il professionista
     
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    questo è un prodotto di cui andare fieri!!!!!
     
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    Nessuno è mai fuggito da un cimitero-Non c'è discesa dal golgota

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    Eclisse
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    Be anche il tuo pezzo e quello dell'ottimo Scerba sono ben fatti.Il tuo era tratto Dragons forever giusto?
     
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  5. il professionista
     
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    per la verità è un aggiornamento del libro ne è uscito uno sul numero dell'oriente e uno su questo...in quello del west c'è un racconto che in qualche modo ospita il Giappone nel west...leggete image
     
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  6. Russell Kane
     
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    Ci siamo anche io e il Marp oltre a SDM...e un fumetto del mytico "Fava di Lesso" l'indiano nato dalle chine di Daniele Caluri (il disegnatore di Don Zauker...ho detto tutto).
     
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  7. theswordman
     
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    L'accoppiata con Fava di Lesso rappresenta un sigillo di qualità. :lol:
     
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  8. il professionista
     
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    senza dubbio il Vernacoliere insegna...
    chissà magari in futuro ci sarà uno speciale di M satirico e lì...se ne vedranno delle belle
     
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  9. theswordman
     
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    Quel giorno si DEVE coinvolgere il Cardinali. E' un imperativo naturale, il profeta della Txpa non può mancare.
     
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  10. cappi
     
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    Salve a tutti. Vi anticipo che potrebbe esserci una presentazione di M-Nero West nel corso di Cartoomics, a MIlano "FieraMilanoCity" (insomma la "vecchia" Fiera Campionaria), nel pomeriggio di venerdì 28 marzo alle ore 18 - ancora da confermare.
    Ringrazio il forum per la calorosa partecipazione alla mia proposta "western" di qualche mese fa: di tutti i racconti pervenuti, solo uno non è stato pubblicato, perché avrebbe richiesto un po' di lavoro di editing. E, di fronte alla quantità di materiale di cui disponevo, sono stato costretto a sacrificarlo. Quando NERO WEST sarà disponibile ve lo farò sapere... per ora godetevi ZOMBI PARTY!
    Io torno a occuparmi di una serie di eventi legati al centenario di Ian Fleming e alle riprese italiane del nuovo film di 007... Preparatevi a una trasferta sul Garda!
    Hasta pronto, amigos. K
     
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  11. marpioncino
     
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    Ringrazio il buon Cappi per l'opportunità, il professionista per lo sprone....sono contento ed orgoglioso di far parte (nel mio piccolo) di questo sontuoso progetto....
    Grazie....
    Il Marp
     
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  12. il professionista
     
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    e visto che il 28 marzo è anche il mio compleanno(non chiedete quanti...)sarà festa doppia...... image image image image image image
     
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  13. Alan Wolf
     
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    CITAZIONE (cappi @ 21/2/2008, 19:20)
    Salve a tutti. Vi anticipo che potrebbe esserci una presentazione di M-Nero West nel corso di Cartoomics, a MIlano "FieraMilanoCity" (insomma la "vecchia" Fiera Campionaria), nel pomeriggio di venerdì 28 marzo alle ore 18 - ancora da confermare.

    Ottimo :B):

    CITAZIONE (il professionista @ 22/2/2008, 01:25)
    e visto che il 28 marzo è anche il mio compleanno(non chiedete quanti...)sarà festa doppia......

    Ancora meglio :smilies7.gif:
     
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  14. Russell Kane
     
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    E' un piacere passare la parola a Stefano Di Marino, che vi spiegherà qual'è la filosofia che sta dietro questo numero di "M"..e perché ha ancora senso scrivere western oggi.

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    PERCHÉ SCRIVERE UN WESTERN?

    di Stefano Di Marino

    L’epopea del West per quanti come me cominciano ad avere i capelli grigi e hanno superato gli “anta” fa parte dell’immaginario avventuroso da sempre. Negli anni 60/70 era, se non l’unico, almeno il principale intrattenimento cinematografico, fumettistico e letterario permesso dai genitori ai ragazzi senza diffidenze. Tex, i film di Ford, di Hawks e poi anche il Western–spaghetti di Leone sono un patrimonio che le generazioni si sono trasmesse con orgoglio virile. Come diceva Giancarlo Berardi sceneggiatore dell’indimenticato Ken Parker, ‘il West è una metafora per parlare di cose di oggi in uno scenario epico, lontano nel tempo e nello spazio’. Eppure in quel West di banditi, di avidi proprietari terrieri, di indiani massacrati e soldati sterminatori, di argomenti per avvicinarci al nostro quotidiano ce n’erano molti. Di fatto però il West era custode di una moralità, di un senso virile dell’esistenza che i padri italiani trasmettevano ai figli senza retorica perché di questa non c’era bisogno. Era già tutto lì, nella grandiosità della Valle dei Monumenti, nelle grandi praterie, nelle Montagne Rocciose con le loro storie di eroi e vigliacchi, di amici, di sacrificio, di onore.
    In realtà il West ha avuto stagioni di grande fortuna e molti tramonti. In America, nella seconda metà degli anni 60 il filone, come genere cinematografico, era già morto; era passato in televisione approdando a una dimensione per ragazzi e famiglie. Ci voleva l’interpretazione di Leone che esasperava i dettagli ma era intrisa di spirito europeo, a volte rivoluzionario, antitetico a quello del western classico, per riportare in auge il Western a Hollywood. La violenza al rallentatore di Peckinpah ha uno stretto legame con il cinismo, la polvere da sparo, le calzamaglie sozze dei Western nostrani. E così è nato il Western rivoluzionario, il Western politico che addirittura legava i cheyenne ai vietcong. Anche quella stagione è passata, lasciando spazio al Western ambientalista, politicamente corretto, a quello della nostalgia. Anche se gli effetti speciali, il thriller metropolitano hanno a lungo sottratto il West al cinema questo è rimasto sempre in varie forme nel nostro immaginario. Nostro significa di noi europei. Il Western europeo(che cinematograficamente ha una sua storia dai tempi dell’adattamento dei romanzi di Karl May della serie Winnetou)ha portato innovazione ma anche rigore storico. Salvo Jonah Hex il fumetto americano non ha mai prodotto nulla di veramente interessante in merito. In Europa la scuola franco-belga continua a regalarci magnifiche cavalcate con la serie Blueberry di Moebius (ma anche Comanche di Hermann e Bouncer di Jodorowsky) e naturalmente ci sono i fumetti Bonelli che hanno sì un sapore anni 50 , a mio esclusivissimo vedere un po’ superato e pedante, ma hanno saputo animare con un vigore ineguagliato le fantasie di generazioni di italiani. Forse c’è stato un fraintendimento soprattutto nei decenni passati che ha allontanato i giovani dal filone. Il Western classico con le sue maschere di duri(Wayne, Heston, Holden, Cooper) veniva recepito come un messaggio didascalico, severo, simbolo di una generazione detestata. L’effetto speciale da videogioco, gli eroi adolescenti del cinema d’azione moderno tutto questo ha congiurato a formare un’idea del West come un genere sorpassato e reazionario. Di sicuro molti tentativi di riproporlo al cinema hanno contribuito a rafforzare l’idea che non avesse più nulla da dire. La correttezza politica ha eliminatogli indiani se non dipingendoli con maschere patetiche. Le storie hanno ripetuto vecchi clichè invece di trovare soluzioni nuove e persino le scene d’azione si sono adagiate nella ripetitività. Non solo, altri luoghi comuni hanno sferrato colpi durissimi al West. Ricordo una discussione sfociata in lite all’uscita di Silverado che non era poi granché ma aveva un suo interesse. Un’amica bollò negativamente non solo quel film ma tutto il filone dicendo che “il Western era un genere da uomini”, quindi era da demonizzare. . . a parer suo. Eravamo nel 1986. . . all’inizio di una stagione che ha tollerato l’avventura solo se vissuta da giovani adolescenti, belli, specchio di quello che vorrebbero essere gli spettatori di oggi. Tutto questo ha creato un’immagine del West come un blocco unico e monolitico legato a una retorica e a un passato da rinnegare.
    La verità è proprio il contrario. Il Western è un palcoscenico perfetto dove storia e leggenda si fondono lasciando mille possibilità d’interpretazione. Offre scenari variegati dalle montagne innevate, ai deserti, persino alle città dove un’atmosfera gotica e horror non è esclusa. Il West, per me, è il Messico, la libertà, l’anarchia e l’anticoformismo. Una frontiera e, proprio per questo, non un luogo chiuso ma in continua trasformazione, popolato da gente vera: uomini, donne, bianchi, rossi, neri, gialli alcuni positivi altri negativi. Il West alla fine sì. . è anche Brokenback Mountain con le sue ambiguità sessuali, ma è anche una metafora del potere ieri come oggi come avviene nella serie televisiva Deadwood in cui si spara poco ma si trama molto e i personaggi femminili sono importanti, intriganti quanto quelli maschili.
    Perché noi, autori di noir, di spy-story italiani dovremmo scrivere ancora racconti western? Prima di tutto perché è dannatamente divertente, perdio! E poi perché scrittori western prestati al thriller lo siamo un po’ tutti. Perché un eroe stanco, amareggiato, riottoso ma alla fine disposto a sfoderare la vecchia Colt per fare giustizia ci vuole sempre. Almeno nella fantasia.
    Ben venga quindi una nuova stagione di Western letterario italiano che cucina e rimastica tutto quanto è avvenuto prima con ciò che viviamo in questi anni. E se anche la realtà storica un poco ne viene distorta che importanza ha? Quando si è in sella si cavalca e si spara. Le bassezze, le idee preconcette, la mania di una ricostruzione così perfetta da impedire alla fantasia di galoppare, svaniscono nella polvere.
     
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  15. Binario Giallo
     
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    CITAZIONE
    Il Western è un palcoscenico perfetto dove storia e leggenda si fondono lasciando mille possibilità d’interpretazione. Offre scenari variegati dalle montagne innevate, ai deserti, persino alle città dove un’atmosfera gotica e horror non è esclusa

    Giustissimo!

    CITAZIONE
    Perché noi, autori di noir, di spy-story italiani dovremmo scrivere ancora racconti western? Prima di tutto perché è dannatamente divertente

    Ottima osservazione. Il solo fatto che sia divertente è un motivo in più per farlo. Di cose noiose nella vita ce ne sono anche troppe.
    E come dice lui ben venga quindi una nuova stagione di Western letterario.
     
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43 replies since 21/2/2008, 14:38   1568 views
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